Poesie e quadri di Avvocati, Magistrati, Notai
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Poesia di Ersilio Gavino – Avvocato in Genova
Soffrire
Soffrire…….
colpito
da freccia crudele
vorrebbe morire…..
Ma il domani
che avanza
è fonte
di nuova speranza
Poesia di Luigi Maria Sanguineti – Avvocato in Arezzo
Lao-Tse
Lascia che la mia anima
libera come un dragone
vada per l’aria pura
senza odio o amore.
Valichi gli appennini e poi si specchi
nel bianco nitidor dei laghi alpini;
per poi ancora drizzarsi e gioiosa puntare
verso la luce radiosa dell’astro solare:
di null’altro felice che di volare
Poesie di Sansa Adriano – Giudice in Genova
Ragazzo
Al ragazzo di allora – é notte, ho freddo –
con dolcezza domando: che delitto
ti impedì da principio almeno un poco
di amare anche te stesso? Mi risponde:
“uscivo la mattina tra gli odori
del vento e la grandezza dei colori
per perdermi così. Cercavo i mondi
della nuova avventura, non potevo
contentarmi di me”. Nel buio resto
umilmente a pensare. La superbia
ti perdono, ragazzo, e infine t’amo.
A mio figlio
Questa é la legge. Mai nulla ho tentato
per favorirti: la mano protesa
era a difesa da mali accettati.
Però mi manca il cuore di vederti
che piangerai per me, dopo il momento.
Tu pensa ai giorni belli della rosa
che saliva al terrazzo, in fondo il mare.
Tu pensa che vedendola cantavo
di nascosto, lo sai quanto stonato.
Tu pensa che correvo la mattina
sul corso Italia allegro di bandiere.
Mentre questo scrivevo, ancora pensa,
ero un uomo felice, che piangeva.
Poesie di Barbara Sodi – Avvocato in Arezzo
Vento
Lavami il viso col bagnato oleandro
mio voluttuoso viaggiatore
Alla fosca luna e alle sbiadite sorelle
nel cicalar dei grilli
ulivi e pioppi tra le tue mani fremono Scompiglia i capelli sull’impaziente seno
Nere creste remoti bagliori profilano fuggevoli
Suona più forte, amore, le segrete canne d’ogni pensiero liberandomi.
I ricordi sono come i sassi colorati
I ricordi sono come i sassi colorati
che la marea dondola nella battigia
vanno e vengono
piani rotondi acuti
un colore per caduno
dall’acqua negli anni amati
la rubrica corre e passa il tuo numero
che non sono riuscita a cancellare
per non credere fino in fondo
che sia reale
la strada ed il male
negato ad un figlio appena nato
sulla soglia del lavoro analato pensavamo di sentirti lontano
la notizia giunse casuale
non rimanemmo annientati
ma sei rifiorito in noi piano
con mille petali sopiti
ed il dolore si é aperto insano
le cicatrici esterne fluendo
in sassi di rosso rugati
Poesie di Zavanone Guido – Giudice in Genova
Nel bosco
Incedevi, madonna,
sotto una cupola di foglie,
ma s’impigliò la tua gonna
e diventasti mia moglie
Quei giorni
Quei giorni d’amore senza fine
io già li vivevo col presagio
dello strazio di oggi
a rammentarli.
Il fiato del tempo futuro
soffiava a tradimento sulla breve
ne spegneva il sorriso, appariva
nello specchio un volto trepido e sfatto.
Forse é questo lo scotto del poeta: i tempi
sfalsati della sua storia: rievocare
il passato, vivere il presente
a futura memoria.